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La filosofia del lavoro proposta dalla Scuola di Beatrice Bracco, di cui, seguendo le sue indicazioni, ne raccogliamo il testimone, è qui esposta dalla stessa Beatrice mentre parla del suo operato.
"Il lavoro che da trent'anni svolgo insieme ai miei allievi ha come obiettivo quello di condurli, in quanto attori, non a "recitare" ma a vivere l’esperienza del personaggio sul palcoscenico senza chiudere, come spesso accade per mancanza di fiducia, i canali dell’esperienza stessa e cioè i propri sensi, la propria emotività. Questa operazione di separazione da sé equivale ad una morte; l’esperienza invece è un “ex perire” un fuori dal morire, un unirsi a ciò che è in vita e che fluisce qui ed ora nel proprio respiro. Un attore deve scoprire che sul palco può vivere e non solo sopravvivere: invece che dare spazio alla paura di non funzionare è necessario nutrire la gioia di creare. È importante, per essere presente sul palcoscenico, sviluppare il processo creativo attraverso l’autoconoscenza che parte dalla centralità e dall’osservazione; intendo quest’ultima non nel senso di mera elaborazione mentale, che ci allontana inconsapevolmente dalla percezione, ma come un mettersi in ascolto di sé, degli altri e della vita stessa. Affidarsi all’esperienza, a ciò che è qui ed ora in movimento, richiede un training disciplinato e specifico che faccia acquistare fiducia al corpo stesso dell'attore, ne riduca le tensioni e apra i suoi canali facendogli desiderare il rischio del “non sapere” piuttosto che soffrirne. I cambiamenti che un attore opera su di sé, quando nel corso del training accetta di entrare in un processo vivo, di esserne spiazzato, senza anticipare le risposte ma anzi elaborandone di nuove, sono evidenti. Alla base del lavoro proposto c’è lo studio e la rielaborazione personale degli insegnamenti di Stanislvskij e degli insegnanti e registi che hanno continuato la sua ricerca come Vactangov, Suler, Strasberg, Peter Brook, Growtowsky e l’approfondimento di discipline e pratiche diverse, dirette a trasformare l’energia, a favorirne l’espressione nell’emisfero destro del cervello e l’accesso al subconscio (Bioenergetica, Gestalt, Antroposofia, Taoismo, Tradizione Indio dell’America latina, Musica, Danza terapia e altre). |